Mario Rinaldi
Mario Rinaldi (1891-1969), ultimo di dodici figli, rilevò nel 1913 da Carlo Fontana un negozio di ferramenta in via dei Savonarola 72, a Padova, comprensivo di un ampio capannone sul retro (ancora esistente). Proveniente da una famiglia agiata della borghesia padovana, Mario era una persona intraprendente e benestante, con residenza in via delle Debite, nel tratto che collega Piazza delle Erbe e Piazza dei Signori. Già suo fratello, Arturo Antonio, gestiva un emporio di ferramenta in via Emanuele Filiberto, nel centro di Padova. L’attività dei Rinaldi in questo settore risaliva ad almeno una generazione precedente, quando ancora i Morassutti non erano arrivati in città.
In via Savonarola, oltre alla vendita sul fronte strada, il magazzino retrostante fungeva sia da deposito sia da officina per la produzione di minuteria metallica. Durante i difficili mesi precedenti la fine della Grande Guerra, la produzione venne diversificata e incrementata, con l’arrivo delle prime commesse dallo Stato, principalmente per la produzione di barelle e mobili ospedalieri in ferro tubolare.
Nonostante le difficoltà di approvvigionamento di semilavorati metallici dalla Germania a causa della guerra, l’azienda artigianale con solo otto operai registrò un significativo momento di espansione grazie ai profitti derivati dagli ordinativi statali. Solo nel giugno del 1923 Mario Rinaldi formalizzò la sua attività di “fabbricante di letti e mobili in ferro”, già avviata da qualche anno. Un primo segno della presenza dell’azienda sul mercato nazionale arriva da un diploma che attesta la partecipazione della “Primaria Fabbrica Costruzioni Metalliche Mario Rinaldi” alle Esposizioni Riunite di Milano del 1922, dove l’azienda ricevette il Gran Premio Medaglia d’Oro per la qualità dei suoi prodotti.
Nel 1925, dopo un lungo contenzioso giudiziario, fallì il tentativo di acquisire lo stabile di via dei Savonarola, e l’attività commerciale venne sfrattata dal nuovo proprietario. Mario Rinaldi trasferì la produzione in via Fusinato 26, adiacente a via Savonarola, nell’ottobre del 1926, avviando una prima fase di attività industriale esclusiva, sebbene di piccole dimensioni, concentrandosi sulla produzione e vendita dei propri prodotti.
Negli anni successivi, il catalogo dell’azienda si arricchì e la produzione si estese a sedie e poltroncine pieghevoli in tubo di ferro, destinate sia per esterni sia per locali pubblici. Sebbene il “tubo Mannesmann senza saldatura” fosse già brevettato in Germania dalla fine del XIX secolo, la Rima non lo adottò ancora nei suoi prodotti negli anni Venti. La linea di produzione si ispirava inevitabilmente alla produzione europea di sedute in faggio curvato. Negli anni Trenta, la Rima fornì a molti locali pubblici di Venezia e del Veneto una prima generazione di sedie da esterno pieghevoli, sostituite negli anni Cinquanta da modelli in alluminio impilabili.
Nel 1933, con un aumento del personale e l’acquisizione di uno stabile adeguato, Mario Rinaldi trasferì la produzione in via Paolo Sarpi 134, sulla circonvallazione. Nel 1932, il primogenito Giorgio Rinaldi, allora giovanissimo, depositò un brevetto per una sdraio pieghevole, segnando un’importante innovazione per l’azienda. Nonostante sia improbabile che questo fosse l’unico brevetto della Rima prima della Seconda Guerra Mondiale, è l’unico conservato. Negli anni Trenta, la Rima continuò a lavorare per lo Stato Italiano, producendo mobili ospedalieri e arredamenti per le colonie marine.
Verso la fine degli anni Trenta, Mario Rinaldi acquisì un ampio terreno nella zona dell’Arcella, alla periferia nord di Padova, dalla famiglia Morandi, che possedeva diverse fornaci industriali in Veneto. L’officina di via Paolo Sarpi, pur efficiente e ben servita, si rivelò in una posizione sfavorevole, specialmente durante la guerra, quando il primo bombardamento alleato su Padova nel dicembre 1943 causò gravi danni, seguiti da ulteriori danni in un’incursione successiva. Tuttavia, i lavori avviati nei terreni dell’Arcella aprirono nuove prospettive per l’azienda.
Nel 1943, la Rima acquisì una porzione della proprietà Pessi, che aveva già un reparto per lo stampaggio di polveri termoindurenti. Da questa acquisizione, iniziarono i lavori per la costruzione di un nuovo stabilimento, portando alla Rima la tecnologia per la produzione in serie di stampati in resine fenoliche, forse diventando la prima azienda in Italia a utilizzare la plastica per componenti di sedute.
Nel 1944, la ditta Rinaldi Mario venne trasformata in società “Rinaldi Mario e C.”, con sede in Stradella Camporese, e con i quattro figli di Mario coinvolti nella gestione. Dopo la ritirata tedesca, l’azienda riprese la normale produzione e iniziò a ricevere importanti commesse anche dal settore privato. Tra queste, la fornitura degli arredi per il Villaggio Marzotto a Jesolo nel 1949.
In questo periodo, il contributo dei figli di Mario fu fondamentale per l’azienda. Giorgio, attivo fin dalla giovane età, Antonio, che riprese il lavoro dopo la prigionia a Buchenwald, e Gastone, che lasciò gli studi per entrare nell’azienda, contribuirono alla crescita della Rima. Anche la figlia Renata, seppur in modo indiretto, partecipò alla gestione. Mario Rinaldi, il fondatore, mantenne un ruolo attivo, occupandosi dei contatti con gli studi brevettuali e delle relazioni bancarie. Questo passaggio generazionale segnò una seconda fase nella storia della Rima, portandola a raggiungere il suo apice.
Mario Rinaldi
Mario Rinaldi (1891-1969), ultimo di dodici figli, rilevò nel 1913 da Carlo Fontana un negozio di ferramenta in via dei Savonarola 72, a Padova, comprensivo di un ampio capannone sul retro (ancora esistente). Proveniente da una famiglia agiata della borghesia padovana, Mario era una persona intraprendente e benestante, con residenza in via delle Debite, nel tratto che collega Piazza delle Erbe e Piazza dei Signori. Già suo fratello, Arturo Antonio, gestiva un emporio di ferramenta in via Emanuele Filiberto, nel centro di Padova. L’attività dei Rinaldi in questo settore risaliva ad almeno una generazione precedente, quando ancora i Morassutti non erano arrivati in città.
In via Savonarola, oltre alla vendita sul fronte strada, il magazzino retrostante fungeva sia da deposito sia da officina per la produzione di minuteria metallica. Durante i difficili mesi precedenti la fine della Grande Guerra, la produzione venne diversificata e incrementata, con l’arrivo delle prime commesse dallo Stato, principalmente per la produzione di barelle e mobili ospedalieri in ferro tubolare.
Nonostante le difficoltà di approvvigionamento di semilavorati metallici dalla Germania a causa della guerra, l’azienda artigianale con solo otto operai registrò un significativo momento di espansione grazie ai profitti derivati dagli ordinativi statali. Solo nel giugno del 1923 Mario Rinaldi formalizzò la sua attività di “fabbricante di letti e mobili in ferro”, già avviata da qualche anno. Un primo segno della presenza dell’azienda sul mercato nazionale arriva da un diploma che attesta la partecipazione della “Primaria Fabbrica Costruzioni Metalliche Mario Rinaldi” alle Esposizioni Riunite di Milano del 1922, dove l’azienda ricevette il Gran Premio Medaglia d’Oro per la qualità dei suoi prodotti.
Nel 1925, dopo un lungo contenzioso giudiziario, fallì il tentativo di acquisire lo stabile di via dei Savonarola, e l’attività commerciale venne sfrattata dal nuovo proprietario. Mario Rinaldi trasferì la produzione in via Fusinato 26, adiacente a via Savonarola, nell’ottobre del 1926, avviando una prima fase di attività industriale esclusiva, sebbene di piccole dimensioni, concentrandosi sulla produzione e vendita dei propri prodotti.
Negli anni successivi, il catalogo dell’azienda si arricchì e la produzione si estese a sedie e poltroncine pieghevoli in tubo di ferro, destinate sia per esterni sia per locali pubblici. Sebbene il “tubo Mannesmann senza saldatura” fosse già brevettato in Germania dalla fine del XIX secolo, la Rima non lo adottò ancora nei suoi prodotti negli anni Venti. La linea di produzione si ispirava inevitabilmente alla produzione europea di sedute in faggio curvato. Negli anni Trenta, la Rima fornì a molti locali pubblici di Venezia e del Veneto una prima generazione di sedie da esterno pieghevoli, sostituite negli anni Cinquanta da modelli in alluminio impilabili.
Nel 1933, con un aumento del personale e l’acquisizione di uno stabile adeguato, Mario Rinaldi trasferì la produzione in via Paolo Sarpi 134, sulla circonvallazione. Nel 1932, il primogenito Giorgio Rinaldi, allora giovanissimo, depositò un brevetto per una sdraio pieghevole, segnando un’importante innovazione per l’azienda. Nonostante sia improbabile che questo fosse l’unico brevetto della Rima prima della Seconda Guerra Mondiale, è l’unico conservato. Negli anni Trenta, la Rima continuò a lavorare per lo Stato Italiano, producendo mobili ospedalieri e arredamenti per le colonie marine.
Verso la fine degli anni Trenta, Mario Rinaldi acquisì un ampio terreno nella zona dell’Arcella, alla periferia nord di Padova, dalla famiglia Morandi, che possedeva diverse fornaci industriali in Veneto. L’officina di via Paolo Sarpi, pur efficiente e ben servita, si rivelò in una posizione sfavorevole, specialmente durante la guerra, quando il primo bombardamento alleato su Padova nel dicembre 1943 causò gravi danni, seguiti da ulteriori danni in un’incursione successiva. Tuttavia, i lavori avviati nei terreni dell’Arcella aprirono nuove prospettive per l’azienda.
Nel 1943, la Rima acquisì una porzione della proprietà Pessi, che aveva già un reparto per lo stampaggio di polveri termoindurenti. Da questa acquisizione, iniziarono i lavori per la costruzione di un nuovo stabilimento, portando alla Rima la tecnologia per la produzione in serie di stampati in resine fenoliche, forse diventando la prima azienda in Italia a utilizzare la plastica per componenti di sedute.
Nel 1944, la ditta Rinaldi Mario venne trasformata in società “Rinaldi Mario e C.”, con sede in Stradella Camporese, e con i quattro figli di Mario coinvolti nella gestione. Dopo la ritirata tedesca, l’azienda riprese la normale produzione e iniziò a ricevere importanti commesse anche dal settore privato. Tra queste, la fornitura degli arredi per il Villaggio Marzotto a Jesolo nel 1949.
In questo periodo, il contributo dei figli di Mario fu fondamentale per l’azienda. Giorgio, attivo fin dalla giovane età, Antonio, che riprese il lavoro dopo la prigionia a Buchenwald, e Gastone, che lasciò gli studi per entrare nell’azienda, contribuirono alla crescita della Rima. Anche la figlia Renata, seppur in modo indiretto, partecipò alla gestione. Mario Rinaldi, il fondatore, mantenne un ruolo attivo, occupandosi dei contatti con gli studi brevettuali e delle relazioni bancarie. Questo passaggio generazionale segnò una seconda fase nella storia della Rima, portandola a raggiungere il suo apice.