Paolo Lomazzi

Paolo Lomazzi, prima del 1966, anno della costituzione dello Studio De Pas D’Urbino Lomazzi, fonda con Lorenzo Roschi e Carlo Jachino lo Studio S24 in via Solferino 24 a Milano, e in seguito, con Carla Scolari, lo Studio Lomazzi-Scolari. Insieme a Jonathan De Pas e Donato D’Urbino sviluppa un’attività progettuale caratterizzata dall’uso di segni, materiali e tecnologie industriali: lo studio progetta e realizza una serie di strutture pneumatiche per la XIV Triennale di Milano e per il Padiglione Italiano all’Expo Mondiale di Osaka. Nel 1967 realizza, prodotta da Zanotta, la poltrona gonfiabile Blow.

De Pas D’Urbino Lomazzi progettano edifici industriali e residenziali ed estendono il loro intervento alle diverse aree del prodotto di design: attrezzature per la casa, l’ufficio e i luoghi di vendita ed esposizione, sanitari, illuminazione, elettronica, collaborando con alcune tra le più note ditte italiane, tra le quali Acerbis, Artemide, Alessi, BBB Bonacina, Bellato-Pallucco, Bonacina Pierantonio, Cassina-Marcatre, Driade, De Padova, Giannini, Lualdi, Lumina Italia, MDF Italia, Naos, Valli & Valli, Poltronova, Quattrocchio, Robots, Scavolini, Stilnovo, Tonelli, Zanotta, Zerodisegno e, all’estero, Roset, Koizumi e Santa&Cole.

Partecipano, con opere e allestimenti, a numerose mostre di settore, tra le quali “Milano 70-70”, le Triennali, gli Eurodomus, la mostra “Italy New Domestic Landscape” al MOMA del 1972, le Bio di Lubiana, numerose mostre itineranti ADI tra cui quelle sul Compasso d’Oro, la mostra “Italian Re Evolution – Design in Italian Society in the Eighties”. Progettano per l’ICE l’allestimento per la mostra “Italienische Mobel Design” allo Stadtmuseum di Colonia nel 1980 e il SIAL 1992 a Parigi.

Vengono invitati a progettare per diverse istituzioni: ricordiamo le lampade rituali per incarico del Museo di Gerusalemme, le mostre SAD a Parigi del 1985 e 1987, la partecipazione alla XVII Triennale del 1988 per incarico delle Nazioni Unite, la partecipazione alla mostra itinerante “Bird House” del 1993 in Giappone per la ditta Koizumi, la partecipazione alla mostra “50 anni di design italiano e tedesco” per il museo KHA di Bonn nel 2000.

Tra i numerosi premi e riconoscimenti ottenuti ricordiamo il Compasso d’Oro ADI – 1979 Milano, il Bio 7 – 1977 Lubiana e il Bio 9 – 1981 Lubiana, il Design Award Winner – 1998 Hannover, il Wallpaper Design Awards “Best Domestic Design” 2009.

Opere di De Pas D’Urbino Lomazzi sono presenti nelle collezioni di design dei principali musei: MOMA e Brooklin Museum di New York, Denver Art Museum del Colorado, Philadelphia Museum of Art, Victoria and Albert Museum di Londra, Museo di Gerusalemme, Staatliches Museum fur angewandte Kunst di Monaco, Kunstgewerbemuseum di Berlino e di Zurigo, Vitra Design Museum di Weil am Rhein, Museo del Design Italiano alla Triennale di Milano, Museo del Design e dell’Arredamento di Cantù.

Il loro lavoro è documentato nella letteratura storica sul design italiano e nelle principali pubblicazioni internazionali di architettura e disegno industriale: nel 1977 la rivista “Japan Interior Design” dedica un numero monografico a De Pas, D’Urbino e Lomazzi. Vanno segnalate in particolare le monografie di Flavio Conti (I Progettisti Italiani – De Pas D’Urbino Lomazzi, 1989), di Lucio Pirotti (Un coro a tre voci, 2011), quella a cura di Daniele Daroni e Santino Limonta (Jonathan De Pas, Donato D’Urbino, Paolo Lomazzi. Studio di architettura e industrial design, 2011), la monografia di Hachette nella collana “I Protagonisti del Design” del 2011, quella a cura di Vanni Pasca (De Pas, D’Urbino e Lomazzi. Il gioco e le regole, 2012), gli studi di Maria Teresa Feraboli (L’archivio dello Studio De Pas, D’Urbino, Lomazzi per la collana “I Quaderni del CASVA”, n°13, 2012 e Opere e progetti, 2013).

Nel 1987 viene inaugurata una mostra riassuntiva delle loro opere a Kyoto presso il tempio imperiale Daikaku-Ji. Nel 1992 una mostra monografica dal titolo “Un coro a tre voci” viene organizzata presso l’IZM Gallery di Tokyo dalla ditta Koizumi. Nel 2011 una ulteriore mostra dallo stesso titolo, a testimonianza dell’attività dello studio, viene organizzata dall’ISAI di Vicenza. Nel 2012 si tengono le mostre monografiche “ Il gioco e le regole” al Triennale Design Museum e “La ‘freschezza dell’idea’. De Pas, D’Urbino, Lomazzi” al Politecnico di Milano; nel 2013 una mostra a Ginevra, presso lo spazio Arcadia.

Nel 2010 l’archivio dello Studio De Pas D’Urbino Lomazzi, dichiarato di interesse storico dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è stato donato al CASVA (Centro di Alti Studi sulle Arti Visive – Gli archivi del progetto a Milano) del Comune di Milano per la conservazione e per la consultazione.

Dopo la morte improvvisa di Jonathan De Pas nel 1991, Donato D’Urbino e Paolo Lomazzi hanno proseguito con passione l’attività avviata con l’amico scomparso.

Nel 2017 sciolgono lo storico sodalizio e continuano l’attività singolarmente.

Paolo Lomazzi unisce all’attività progettuale la docenza al Politecnico di Milano – Facoltà di Design, dal 2001 al 2007, all’Università IUAV di Venezia – Facoltà di Design, dal 2005 al 2010 e all’ISAI di Vicenza dal 2010 al 2015.

Nel 2018 gli viene conferito il premio Compasso d’Oro ADI alla carriera.

Paolo Lomazzi

Paolo Lomazzi, prima del 1966, anno della costituzione dello Studio De Pas D’Urbino Lomazzi, fonda con Lorenzo Roschi e Carlo Jachino lo Studio S24 in via Solferino 24 a Milano, e in seguito, con Carla Scolari, lo Studio Lomazzi-Scolari. Insieme a Jonathan De Pas e Donato D’Urbino sviluppa un’attività progettuale caratterizzata dall’uso di segni, materiali e tecnologie industriali: lo studio progetta e realizza una serie di strutture pneumatiche per la XIV Triennale di Milano e per il Padiglione Italiano all’Expo Mondiale di Osaka. Nel 1967 realizza, prodotta da Zanotta, la poltrona gonfiabile Blow.

De Pas D’Urbino Lomazzi progettano edifici industriali e residenziali ed estendono il loro intervento alle diverse aree del prodotto di design: attrezzature per la casa, l’ufficio e i luoghi di vendita ed esposizione, sanitari, illuminazione, elettronica, collaborando con alcune tra le più note ditte italiane, tra le quali Acerbis, Artemide, Alessi, BBB Bonacina, Bellato-Pallucco, Bonacina Pierantonio, Cassina-Marcatre, Driade, De Padova, Giannini, Lualdi, Lumina Italia, MDF Italia, Naos, Valli & Valli, Poltronova, Quattrocchio, Robots, Scavolini, Stilnovo, Tonelli, Zanotta, Zerodisegno e, all’estero, Roset, Koizumi e Santa&Cole.

Partecipano, con opere e allestimenti, a numerose mostre di settore, tra le quali “Milano 70-70”, le Triennali, gli Eurodomus, la mostra “Italy New Domestic Landscape” al MOMA del 1972, le Bio di Lubiana, numerose mostre itineranti ADI tra cui quelle sul Compasso d’Oro, la mostra “Italian Re Evolution – Design in Italian Society in the Eighties”. Progettano per l’ICE l’allestimento per la mostra “Italienische Mobel Design” allo Stadtmuseum di Colonia nel 1980 e il SIAL 1992 a Parigi.

Vengono invitati a progettare per diverse istituzioni: ricordiamo le lampade rituali per incarico del Museo di Gerusalemme, le mostre SAD a Parigi del 1985 e 1987, la partecipazione alla XVII Triennale del 1988 per incarico delle Nazioni Unite, la partecipazione alla mostra itinerante “Bird House” del 1993 in Giappone per la ditta Koizumi, la partecipazione alla mostra “50 anni di design italiano e tedesco” per il museo KHA di Bonn nel 2000.

Tra i numerosi premi e riconoscimenti ottenuti ricordiamo il Compasso d’Oro ADI – 1979 Milano, il Bio 7 – 1977 Lubiana e il Bio 9 – 1981 Lubiana, il Design Award Winner – 1998 Hannover, il Wallpaper Design Awards “Best Domestic Design” 2009.

Opere di De Pas D’Urbino Lomazzi sono presenti nelle collezioni di design dei principali musei: MOMA e Brooklin Museum di New York, Denver Art Museum del Colorado, Philadelphia Museum of Art, Victoria and Albert Museum di Londra, Museo di Gerusalemme, Staatliches Museum fur angewandte Kunst di Monaco, Kunstgewerbemuseum di Berlino e di Zurigo, Vitra Design Museum di Weil am Rhein, Museo del Design Italiano alla Triennale di Milano, Museo del Design e dell’Arredamento di Cantù.

Il loro lavoro è documentato nella letteratura storica sul design italiano e nelle principali pubblicazioni internazionali di architettura e disegno industriale: nel 1977 la rivista “Japan Interior Design” dedica un numero monografico a De Pas, D’Urbino e Lomazzi. Vanno segnalate in particolare le monografie di Flavio Conti (I Progettisti Italiani – De Pas D’Urbino Lomazzi, 1989), di Lucio Pirotti (Un coro a tre voci, 2011), quella a cura di Daniele Daroni e Santino Limonta (Jonathan De Pas, Donato D’Urbino, Paolo Lomazzi. Studio di architettura e industrial design, 2011), la monografia di Hachette nella collana “I Protagonisti del Design” del 2011, quella a cura di Vanni Pasca (De Pas, D’Urbino e Lomazzi. Il gioco e le regole, 2012), gli studi di Maria Teresa Feraboli (L’archivio dello Studio De Pas, D’Urbino, Lomazzi per la collana “I Quaderni del CASVA”, n°13, 2012 e Opere e progetti, 2013).

Nel 1987 viene inaugurata una mostra riassuntiva delle loro opere a Kyoto presso il tempio imperiale Daikaku-Ji. Nel 1992 una mostra monografica dal titolo “Un coro a tre voci” viene organizzata presso l’IZM Gallery di Tokyo dalla ditta Koizumi. Nel 2011 una ulteriore mostra dallo stesso titolo, a testimonianza dell’attività dello studio, viene organizzata dall’ISAI di Vicenza. Nel 2012 si tengono le mostre monografiche “ Il gioco e le regole” al Triennale Design Museum e “La ‘freschezza dell’idea’. De Pas, D’Urbino, Lomazzi” al Politecnico di Milano; nel 2013 una mostra a Ginevra, presso lo spazio Arcadia.

Nel 2010 l’archivio dello Studio De Pas D’Urbino Lomazzi, dichiarato di interesse storico dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è stato donato al CASVA (Centro di Alti Studi sulle Arti Visive – Gli archivi del progetto a Milano) del Comune di Milano per la conservazione e per la consultazione.

Dopo la morte improvvisa di Jonathan De Pas nel 1991, Donato D’Urbino e Paolo Lomazzi hanno proseguito con passione l’attività avviata con l’amico scomparso.

Nel 2017 sciolgono lo storico sodalizio e continuano l’attività singolarmente.

Paolo Lomazzi unisce all’attività progettuale la docenza al Politecnico di Milano – Facoltà di Design, dal 2001 al 2007, all’Università IUAV di Venezia – Facoltà di Design, dal 2005 al 2010 e all’ISAI di Vicenza dal 2010 al 2015.

Nel 2018 gli viene conferito il premio Compasso d’Oro ADI alla carriera.